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I feuilleton: le serie sui giornali dell'Ottocento

  • Immagine del redattore: Massimo Clementi
    Massimo Clementi
  • 29 ott 2024
  • Tempo di lettura: 6 min

Uno dei periodi di maggior fortuna della narrazione seriale è quello dei feuilleton, una forma letteraria che ha iniziato a circolare nei primi anni del 1800: si trattava di narrazioni pubblicate sulle pagine dei quotidiani dell’epoca, in un taglio basso, che ospitava novelle, racconti di viaggio e romanzi a puntate.


Queste narrazioni danno il via ad uno dei primi filoni della stampa popolare, che grazie alla nascita dell’industria culturale riesce a coinvolgere un pubblico sempre più ampio che si fidelizza grazie al piacere della narrativa seriale che diventa un appuntamento quotidiano. Narrazioni che danno al pubblico la soddisfazione di ritrovare ogni giorno personaggi e ambienti già conosciuti che proseguono le loro storie.


Altro fattore centrale è il fatto che la modalità di lettura di questi testi è collettiva e basata sul confronto e sulla condivisione. I feuilletons del XIX secolo hanno avuto un grande successo, grazie alla loro capacità di fondere giornalismo e letteratura, rendendo la lettura accessibile a un pubblico più ampio. 


Questi racconti, chiamati anche romanzo d’appendice, erano opere di poche pagine che uscivano ad episodi su quotidiani e riviste e hanno rappresentato uno dei momenti di maggior successo della narrativa popolare e la loro fortuna era data proprio dal connubio tra giornalismo e letteratura ma anche dalla condivisione tra lettori.


Infatti, per la prima volta, il consumo di una narrazione seriale diventava un fatto rituale: incontrarsi dopo aver acquistato il giornale per discutere dell’evoluzione della storia uscita il giorno precedente. Si formavano delle prime forme di community per commentare opere di intrattenimento, un secolo prima dell’arrivo della televisione. 


“Il giornale si fa strumento di promozione di una lettura altrimenti destinata a pochi” infatti la letteratura e la narrativa escono dal mezzo tradizionale ー il libro ー e raggiungono il pubblico sfruttando un media popolare come il giornale e la stampa quotidiana.

Il feuilleton, nominato per la prima volta nel 1800 sul Journal des Débats, di J. L. Geoffroy, si afferma in Francia e in Inghilterra a partire dal diciannovesimo secolo. Il termine feuillet, cioè foglio, inizialmente indicava un taglio basso di una pagina di quotidiano che era riservato ad articoli di critica letteraria e teatrale e a tutte quelle informazioni culturali che non avevano posto nelle pagine di cronaca giornalistica. In seguito con questa parola francese si iniziarono ad indicare delle vere e proprie opere narrative pubblicate a puntate nella parte bassa della pagina del giornale.


Il feuilleton si identifica definitivamente con la sola narrativa a puntate a partire dal 1836 con la comparsa di due importanti quotidiani francesi che adottarono stabilmente questo taglio nella struttura dei loro giornali:

  •  La Presse di Emile de Girardin 

  • Le Siècle di Armand Dutacq.


L’obiettivo di questi giornali, infatti, era quello di ampliare e fidelizzare il pubblico di lettori,  per questo gli editori iniziarono a pubblicare racconti ad episodi. Pioniere nella pubblicazione a puntate sui giornali fu lo scrittore Honoré de Balzac che, a partire dal 1831, ha diffuso alcuni capitoli dei propri romanzi sulla stampa prima dell’uscita delle stesse opere in modo da creare attesa nel pubblico.


Il feuilleton ha avuto origine in Francia e Inghilterra ed è un genere letterario che tra i suoi esponenti alcuni tra i più importanti autori dell’epoca come Honoré de Balzac, che ha sfruttato la pubblicazione seriale delle sue opere narrative proprio come strumento promozionale.


Infatti, grazie alla pubblicazione nel 1842 dell’opera Albert Savarus, a puntate sul quotidiano francese Siècle, la popolarità dell’autore francese è aumentata fino a farlo diventare un autore di romanzi tradizionali. C’erano tutti gli ingredienti per un romanzo d’appendice di successo: la tecnica popolare, l’intreccio complesso, i personaggi a tinte forti, finale pedagogico in linea con i tempi che lo hanno reso una storia di estremo interesse e godibile per il pubblico francese dell’epoca.


La storia trae ispirazione dalla relazione che l’autore aveva avuto con Madame Hańska, una nobile donna polacca, che aveva conosciuto nel 1833 sulle sponde del lago Neuchâtel, in Svizzera. Alcuni critici hanno affermato che quest’opera in realtà ha rappresentato un tentativo di Balzac di riconquistare la donna.


Dalla pubblicazione di parti di romanzi si passa ben presto ad un vero e proprio nuovo stile di scrittura e di costruzione delle storie: la pubblicazione diventa quotidiana, la storia segue un filo conduttore e le interruzioni sono appositamente studiate per incuriosire il lettore e motivarlo a continuare la lettura.


Da questo nuovo modo di fare narrativa si svilupparono alcune opere molto conosciute come I misteri di Parigi (1842-1843) di Eugène Sue, I tre moschettieri (1844) di Alexandre Dumas (padre), Madame Bovary (1856) di Gustave Flaubert e I miserabili (1862) di Victor Hugo. Il romanzo d’appendice non si diffuse solo in Francia ma ebbe fortuna anche in altri paesi del vecchio continente.


Lo scozzese Robert Louis Stevenson pubblicò il romanzo La freccia nera (The black arrow, 1883) in diciassette puntate sul periodico Young Folks. Delitto e castigo (1866) di Fëdor Michajlovič Dostoevskij e Guerra e pace (1865-1869) di Lev Nikolaevič Tolstoj sono stati pubblicati in questo formato su Il messaggero russo (Russkij vestnik). “Il feuilleton […] inaugura una linea famigerata della cultura di massa, esaspera i difetti della letteratura d’intrattenimento, mercifica sfrontatamente il romanzo; ma è anche sua indimenticabile, poliedrica apoteosi, portata avanti dagli autori più vari, grandi come Balzac e Dickens, effimeri come Féval, Gaboriau, Mastriani, Ponson di Terrail, o troppo sbrigativamente assegnati alla paraletteratura come Dumas”. Clotilde Bertoni, autrice del libro dal quale è tratto questo passo, evidenzia come il genere letterario feuilleton sia una prima rottura di un argine tra letteratura e intrattenimento, tra romanzo e giornalismo. In sostanza si tratta di un primo caso di unione tra generi diversi per dare vita a nuove forme di racconto, che hanno l’esplicito obiettivo di raggiungere il più ampio pubblico possibile.


Il romanzo d’appendice mostra per la prima volta una forma seriale che mette in relazione medium, cultura di massa e intrattenimento, una costante nell’evoluzione del format seriale che arriva fino ai nostri giorni. Questa nuova forma ha un altro tratto innovativo, ovvero l’unione tra industria e letteratura: infatti è la struttura dell’industria culturale, in particolare quella del giornale, a far sì che la letteratura raggiunga un pubblico più vasto.


La formula della serialità peculiare del romanzo d’appendice è d’ispirazione anche per altri media, come per esempio la radio, che vede svilupparsi i radiodrammi a puntate e successivamente la televisione: dove si sviluppa un ricchissimo patrimonio di narrazioni seriali come le soap opera, le telenovelas e le fiction.


Queste nuove forme di serialità hanno ereditato gli stratagemmi narrativi utilizzati per la prima volta nei romanzi di appendice che puntavano a dare ritmo all’intreccio tramite l’utilizzo della suspence. La brusca interruzione dell’evoluzione della storia in un momento cruciale, oggi definito cliffhanger, rendeva la chiusura della puntata un forte gancio per attrarre il lettore verso la puntata successiva. Questo nuovo stile letterario crea nel lettore quell’attesa necessaria a catturare la sua curiosità e dunque a fidelizzarlo al prodotto.


La pubblicazione su un mezzo di comunicazione di massa, la ripartizione della trama in puntate che tengono accesa la curiosità del pubblico, la proposta ripetitiva di alcune strutture narrative, la fidelizzazione del pubblico e il suo aumento come fine per incrementare il profitto dell’editore sono tutte componenti comuni al romanzo d’appendice, ai radiodrammi e ai teleromanzi.


Per quanto il genere feuilleton sia decaduto con l’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione, uno dei casi recenti nel quale è stato utilizzato come metodo di pubblicazione è stato quello de Il profumo (1985) di Patrick Süskind che è stato stampato a puntate sul quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung e, in Italia, sul Corriere della Sera. Osservando l’evoluzione del feuilleton e le sue principali caratteristiche, non si può fare a meno di notare come l’anticipazione di parti d’opere con lo scopo di incuriosire il pubblico sia qualcosa di assolutamente attuale se si prende in considerazione, ad esempio, il ruolo che la pubblicità e i trailer cinematografici hanno sull’uscita di un nuovo film. La narrazione seriale dei romanzi d’appendice e della radio produce una forte influenza sulla crescita della serialità anche nel mondo della televisione. 


Bordini e Fossati nel loro saggio Dal feuilleton al fumetto. Generi e scrittori della letteratura popolare, hanno scritto:

“La tendenza alla contaminazione tra generi differenti (storia, cronaca, fiction) e la tendenza alla narrazione seriale, vuoi nella forma della saga (un unico racconto tendenzialmente infinito o comunque ampio che procede in sequenza alternando vari personaggi: ad esempio Les Mystères de Paris, pubblicato da Eugène Sue tra il 1842 e il 1843), vuoi nella forma della serie (differenti racconti aventi al centro lo stesso personaggio o gli stessi personaggi: ad esempio i romanzi e i racconti di Sherlock Holmes, scaturiti tra il 1887 e il 1921 dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle)” sono tra i principali fondamenti della serialità televisiva”.


 
 
 

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